La caccia è un’attività divertente ed emozionante, che solitamente riempie di adrenalina. Tuttavia è inseparabile dalle armi e si svolge nella natura selvaggia, con tutte le sorprese che quest’ultima può riservare. Consapevoli di tutto questo, la sicurezza dovrebbe essere la massima priorità per tutti i cacciatori. Rispettare le normative stabilite dalle autorità è naturalmente cruciale, ma può non essere sufficiente. Per questo ci siamo incontrati recentemente con quattro cacciatori provenienti da vari Paesi – Germania, Italia, Polonia e Danimarca – per discutere ogni aspetto in merito alla sicurezza che è indispensabile conoscere quando si va a caccia. In questo articolo potrete scoprire le priorità di Henrik Sproedt, Riccardo Tamburini, Agnieszka Walczak e Jón Rúnar Guðjónsson.
Per far sì che la vostra attività si svolga nel modo più sicuro possibile, tutti i cacciatori sottolineano l’importanza di rispettare le norme. “Quando si va a caccia, ricordare sempre le norme che la regolano. Quest’ultime sono state create espressamente per rendere sicura la caccia: armi scariche durante il trasporto, una distanza adeguata dagli edifici, non sparare ad animali su una collina, ecc. Ogni norma è valida e quando si va a caccia bisogna pensare a cosa si sta facendo, senza lasciarsi sopraffare dalle emozioni”, afferma Agnieszka Walczak, cacciatrice polacca.
Oltre alle normative vere e proprie, emanate dalle autorità locali o stabilite da una guida nel caso di una caccia guidata, qualche cacciatore impone delle norme personali che aiutano a sentirsi e ad agire in maggior sicurezza. Per Jón Rúnar Guðjónsson, cacciatore islandese che vive in Danimarca, questo include la condivisione dei suoi piani con gli altri: “Informare sempre qualcuno che conosce la zona su dove stai andando e quando farai ritorno. Una volta rientrato, avvisare chi di dovere di essere tornato. Se si è in ritardo, magari perché il recupero di un animale richiede più tempo del previsto, avvisare il prima possibile”.
Riccardo Tamburini, un cacciatore professionista italiano che ha preso parte anche a numerose battute di pesca, afferma che la possibilità di mantenersi in contatto con altri è altrettanto cruciale. “Se si va a caccia in una zona remota, non bisogna dimenticare un dispositivo con tecnologia inReach oppure un telefono satellitare e un GPS (uno smartwatch può bastare): più del 90% del pianeta – inclusi mari e oceani – non è coperto da un segnale telefonico”, osserva Riccardo sulla base dell’esperienza ricavata dalle sue numerose battute di pesca.
Naturalmente non possiamo sovrastimare l’importanza di maneggiare sempre la propria arma come se fosse carica. Riccardo porta un esempio perfetto per illustrare l’importanza di farlo correttamente: “Ero con un amico di notte, in attesa dell’alba. Pioveva molto, e in queste situazioni i cacciatori rivolgono l’arma verso il basso. Il mio amico ha dimenticato di inserire la sicura, e mentre cercava di riporre il suo fucile ha accidentalmente premuto il grilletto, sparando un colpo che è finito a 20 cm dai suoi piedi”.
Un altro elemento indispensabile per Riccardo è un kit di emergenza: “La cosa più importante è un LACCIO EMOSTATICO, che può salvare la vita dopo un grave infortunio”. Anche Jón Rúnar ne possiede uno, ma è pronto ad arrangiarsi con qualunque cosa abbia in mano: “La mia cintura può divenire una fascia per una ferita aperta, e i miei stivali hanno lacci di lunghezza più che sufficiente per essere usati come una piccola corda. Ho sempre con me qualcosa per accendere un fuoco, e bisogna mantenere un coltello ben affilato e trattarlo con la stessa cura di tutto il resto dell’equipaggiamento. Se il coltello è affilato c’è minore pericolo perché si deve usare meno forza quando lo si utilizza, e quindi un minor rischio di procurarsi un taglio profondo. Avere qualcosa per pulire una ferita è altresì importante quando questo avviene”.
Conoscere le regole è un buon inizio per una battuta di caccia che vada a buon fine, ma ve ne sono molte altre che bisogna seguire. Una di esse è prepararsi con un buon anticipo, e questo significa anche conoscere la zona di caccia.
“Conosco molto bene l’area dove vado a caccia. Questo è particolarmente importante di notte: sapere in quale direzione si trovano degli edifici oppure dove sono i corsi d’acqua o gli acquitrini”, afferma Agnieszka, che poi sottolinea l’importanza di assicurarsi che l’attrezzatura che si porta con sé sia pienamente funzionale e che la batteria del telefono sia completamente carica.
Il collega tedesco di Agnieszka, Henrik Sproedt, concorda e aggiunge qualche osservazione: “Conoscere bene il tuo equipaggiamento, in modo da poterlo utilizzare a occhi chiusi e quindi potersi concentrare sulla situazione e sull’ambiente, è cruciale. Prendetevi il tempo necessario per controllarlo e abbiate familiarità con la zona di caccia. Premere il grilletto soltanto se si è certi al 100% di ciò a cui si sta sparando e se c’è un livello di sicurezza sufficiente”.
A proposito di prepararsi col dovuto anticipo, Riccardo suggerisce anche di allenare regolarmente il proprio corpo e di prendere lezioni di pronto soccorso. Durante la battuta di caccia, sottolinea come si debba sempre ricordare di “avere un fucile o una carabina in mano. Sono armi costruite per uccidere. Bisogna conoscere il proprio fucile alla perfezione perché a volte la sicura non è così ‘sicura’, e un colpo accidentale può partire anche da un fucile con la sicura inserita”.
È altresì fondamentale ricordare che a situazioni differenti corrispondono precauzioni differenti. Che si tratti di una stagione o di un luogo diverso, bisogna essere pronti e non affidarsi necessariamente soltanto all’esperienza maturata in precedenza. Ad esempio, se si va in montagna, Jón Rúnar curiosamente suggerisce di portare con sé un preservativo: “Se si finisce sotto una valanga e si sopravvive, ma non si riesce a uscirne, dare sollievo a sé stessi in modo che non ci si raffreddi può allungare il tuo periodo di sopravvivenza prima che qualcuno ti trovi”.
“Le cose principali che si devono sapere sulle varie zone, stagioni e ambienti riguardano i pericoli maggiori e quale distanza dover percorrere per trovare aiuto in caso di infortunio che richiede un trattamento medico. Se ci si trova vicini all’acqua, sono necessari coperte e un fuoco per riscaldarsi se i vestiti dovessero bagnarsi. Se dovete camminare, serve qualcosa per stabilizzare una gamba o un braccio rotti in caso di caduta. In un ambiente freddo, disporre di molti modi per riscaldarsi e avere un equipaggiamento che consenta di scaldarsi mentre il corpo è in uno stato di shock termico. C’è una grande differenza tra essere in grado di riscaldare un corpo in stato di shock e uno che si trova in uno stato normale.
“The main things you need to know about different areas, seasons and environments are which danger is the biggest and how far to get help to work with an injury that needs treatment. If you are close to water, you need blankets and fire to heat up if all your clothes get wet. If you are hiking, you need something to fix a broken leg or arm if you fall. If you are in a cold environment, multiple ways of getting warm is good and getting gear that can get you warm while your body is in shock, not in a normal state. There is a big difference between being able to heat up a body that is in shock and a body that is in a normal state.
Nelle escursioni invernali e nelle battute di caccia con la neve ho sempre con me una piccozza e qualcosa per spostare la neve. La piccozza è ottima per scendere da una montagna se la neve bagnata si trasforma improvvisamente in ghiaccio, e può anche essere utilizzata per fissare una parte bassa della gamba fratturata. Un attrezzo per spostare la neve è necessario per scavare una buca nella quale dormire nel caso di una tempesta. Ma comunque un equipaggiamento multiuso è la cosa migliore; un piatto di metallo per i pasti può essere usato per spostare la neve”, conclude l’islandese, esperto di caccia in ambienti difficili e spesso pericolosi.
Riccardo ci ricorda una cosa apparentemente ovvia ma tuttavia fondamentale: controllare le previsioni del tempo. “È una regola basilare per prevenire molti problemi”.
Henrik fa notare che avere l’abbigliamento, il cibo e le bevande appropriate non è solo una questione di comfort, ma è anche ciò che rende possibile agire in modo sicuro e consapevole. “Il congelamento, l’essere bagnati o disidratati è nel migliore dei casi una distrazione, e nel caso peggiore una limitazione alle proprie capacità di pensare e agire in sicurezza. Il gelo è pericoloso perché il terreno e l’acqua gelati possono causare un rimbalzo e rappresentare una minaccia mortale per persone e animali, anche a grandi distanze”.
Riccardo also reminds us of a seemingly obvious but nevertheless important step – checking the weather forecast: “it is a basic rule to prevent many issues.”
Henrik notes that having the proper clothing, food, and drink isn’t just a matter of comfort – while it’s important, it’s also what makes conscious and safe acting possible. “Freezing, being wet or dehydrated is, at best, distracting and, in the worst case, limiting your ability to think and act safely. Frost is dangerous because frozen ground and water can lead to ricochets and pose a deathly threat to people and animals even at larger distances.”
Sembra un’esagerazione, ma siamo d’accordo con Jón Rúnar quando afferma che “l’attrezzatura corretta è la differenza tra vita e morte, inoltre è spesso migliore, più comoda e leggera. E spesso anche molto più costosa”.
Henrik lo spiega più in dettaglio: “Se l’equipaggiamento è adatto alla battuta di caccia che si vuole svolgere, contribuisce alla sicurezza riducendo il livello di stress del cacciatore. In generale, tutto ciò che mantiene o aumenta la capacità del cacciatore di restare consapevole dell’ambiente circostante, di riconoscere le minacce e i pericoli e di rimanere fisicamente e mentalmente in forma contribuisce alla sicurezza. A seconda del contesto, un perfetto equipaggiamento può essere una semplice bottiglia d’acqua, una barretta di cioccolato, una banana, una coperta calda o, per quanto riguarda l’aspetto tecnico, le ottiche e il fucile giusto, una radio, una torcia e una termocamera o visore notturno per identificare ostacoli e pericoli. Se usati correttamente, aiutano a ridurre disturbi non necessari, a cacciare in maniera efficace ed evitare situazioni pericolose. Questo è vero specialmente durante la notte o quando si va a caccia in zone con molta vegetazione, dove è molto difficile vedere cosa c’è dietro il bersaglio”.
Anche Agnieszka evidenzia I benefici della visione termica: “È sicuramente utile sotto l’aspetto della sicurezza, aiuta a determinare con precisione il bersaglio (ad esempio il sesso dell’animale), a controllare l’area di caccia e verificare se ci sono agricoltori o persone che camminano nei campi di notte. Il cinghiale che abbiamo individuato è veramente un maschio, oppure quella che pensiamo essere una volpe lo è realmente? Naturalmente non spariamo mai a un bersaglio non identificato, ma l’imaging termico ci consente di determinare accuratamente il bersaglio più rapidamente. Nelle notti d’estate capita di incontrare persone nei campi (ad esempio degli innamorati o gente che fa baldoria); la visione termica ci assicura immediatamente che in una certa zona siamo soli”.
Jón Rúnar concorda e aggiunge che utilizza l’imaging termico anche per un recupero in sicurezza degli animali: “Per una normale battuta di caccia in Europa, dove spesso c’è un’alta vegetazione, alberi e cespugli, recuperare un cinghiale o un altro animale ferito è pericoloso. Disporre di un visore termico per trovare velocemente l’animale ferito e vedere dove si trova è un vantaggio enorme, e l’avvicinamento è molto più sicuro”.
Secondo Riccardo, con molte più insidie: “La visione termica ha cambiato la vita dei cacciatori per quel che concerne la sicurezza. Una torcia, o perfino un vecchio dispositivo analogico di visione notturna, hanno una ridotta profondità di campo: puoi vedere un animale a 100 metri da te, ma non puoi vedere se c’è un altro cacciatore nel bosco 300 metri più in là, magari addirittura sulla tua linea di tiro alle spalle del tuo bersaglio… Un dispositivo termico ti permette di individuare ogni corpo caldo entro un raggio di 1,5 km e con maggior chiarezza”.
Imparare dagli errori è probabilmente il modo migliore per migliorare sé stessi; tuttavia è sempre auspicabile che questi errori non siano i propri. Jón Rúnar ci spiega che molta gente in fatto di caccia continua a ignorare l’aspetto della sicurezza. “A volte i cacciatori principianti ottengono la licenza di caccia con un gruppo di amici, e può essere difficile comprendere che la sicurezza delle armi è estremamente importante. Il gruppo deve rompere un filtro di fiducia e portarsi su un altro livello. Non vuol dire che degli amici non debbano avere fiducia gli uni negli altri, ma devono essere consapevoli che ogni arma deve essere trattata come se fosse sempre carica, e in nessuna circostanza deve essere puntata verso una persona. Inoltre deve essere controllata per assicurarsi che sia scarica e in sicurezza da un altro membro del gruppo prima di salire su un veicolo. Io scarico sempre la mia arma e la mostro a un’altra persona prima di metterla nel veicolo se sono in compagnia”.
Anche Riccardo parla della sicurezza delle armi, e a suo parere la cosa più importante è imparare a NON sparare prima che sia il momento giusto. “Sembra un consiglio stupido, ma credo che sia la cosa più importante da osservare quando si va a caccia: piazzare il miglior colpo possibile sui tuoi bersagli, evitando dolore e prevenendo tragedie. Ad esempio, non sparare mai a un animale sulla cresta di una montagna o di una collina, e non sparare mai dal basso verso l’alto senza che ci sia qualcosa dietro il tuo bersaglio; il proiettile ha un raggio di 5 km o più, e non puoi controllarlo. Mai”.
Oltre alla sicurezza dell’arma, le emozioni possono a loro volta condizionare le prestazioni sul campo, e Agnieszka definisce “l’agire sotto l’influenza delle emozioni” come qualcosa da evitare. “Quando la selvaggina compare l’adrenalina prende il sopravvento, ma non dobbiamo sempre sfruttare la situazione e sparare un colpo. È fondamentale essere certi che sia sicuro prima di premere il grilletto”, conclude.
Infine Henrik sottolinea l’importanza delle abilità tradizionali. “La tecnologia può indurre qualcuno a credere che essa possa sostituire l’esperienza e l’arte della caccia. Ciò che voglio dire è che trascurano alcune norme basilari perché ritengono che la tecnologia possa compensare. Questo è sbagliato, molti cacciatori con conoscono a sufficienza le zone dove vanno a caccia o sottostimano la balistica di un proiettile una volta colpito il bersaglio. Inoltre molti non comprendono i limiti delle diverse tecnologie”.
Ma naturalmente, per quanto si possa essere preparati, esperti e prudenti, nessuno è immune dal commettere errori. E apprezziamo il fatto che i nostri Ambassador non si astengano dal menzionare quelli commessi da loro.
“La visione termica è sicuramente utile sotto l’aspetto della sicurezza, aiuta a determinare con precisione il bersaglio (ad esempio il sesso dell’animale), a controllare l’area di caccia e verificare se ci sono agricoltori o persone che camminano nei campi di notte.” Agnieszka Walczak
“Ho ignorato TUTTE le regole e fatto tutti gli errori, e continuo a fare errori di cui mi pento. Ci sono state molte occasioni nelle quali ho temuto di non riuscire a tornare a casa. Mi sono anche preparato per molteplici scenari. Ad esempio facevo un viaggio tutti gli anni nel quale dovevo bagnarmi completamente perché si doveva raggiungere un luogo particolare presso un fiume, con una rupe inaccessibile. Qui ho imparato come riscaldarmi nuovamente; le prime volte finivo per ammalarmi sempre, ma il mio equipaggiamento è migliorato e sono diventato più prudente. Ma è stato molto insidioso e solo i giovani osano provarci.
Ho imparato molto da viaggi come questo. Un paio di volte sono rimasto coinvolto in una tempesta di neve senza aver detto a nessuno dove ero o che ero uscito per un’escursione. La regola più importante che seguo è di ammettere i miei errori e fare in modo che non si ripetano o di essere meglio preparato se accadessero nuovamente. Prepararsi in un ambiente stabile se possibile, non risparmiare sull’attrezzatura giusta, non aver paura a intraprendere nuove strade e continuare a imparare.
L’errore più grande è pensare di sapere tutto: non è così. La natura è un’insegnante severa quando si arrabbia, ma una meravigliosa innamorata quando dà il meglio di sé”, afferma Jón Rúnar a proposito di alcune delle sue esperienze nell’ostica natura del Nord Europa.
Un po’ più a sud, anche Henrik non ha problemi ad ammettere i suoi errori: “Una volta sono stato invitato ad andare a caccia in una zona che non conoscevo. Credevo di aver preso sufficiente familiarità con il luogo, ma poi mi sono reso conto di essermi confuso quando siamo finiti in una situazione difficile. Il risultato è stato che, a differenza di ciò che pensavo, non c’era una via d’uscita. Fortunatamente non ci sono state conseguenze, ma dopo quell’esperienza non mi sono più fatto spingere all’azione. Mi prendo il tempo necessario, se questo significa mancare un’opportunità di sparare, va bene comunque.
E un’altra cosa che ho appreso, soprattutto in merito alla visione termica, è che stimare la distanza è molto difficile. Un telemetro è veramente utile quando il meteo è buono, ma devi sempre prestare attenzione”.
“Essere prudenti. Sempre” sono forse le parole migliori per concludere questo articolo, perché quando si è sul campo essere prudenti in ogni momento è il modo migliore per assicurarsi che la caccia sia altrettanto piacevole quanto sicura.
“Conoscere bene il tuo equipaggiamento, in modo da poterlo utilizzare a occhi chiusi e quindi potersi concentrare sulla situazione e sull’ambiente, è cruciale. Prendetevi il tempo necessario per controllarlo e abbiate familiarità con la zona di caccia. Premere il grilletto soltanto se si è certi al 100% di ciò a cui si sta sparando e se c’è un livello di sicurezza sufficiente." Henrik Sproedt
Prima di acquistare un dispositivo notturno o termico, assicuratevi di essere in regola con le normative locali e utilizzatelo solamente quando ciò è consentito. I nostri Ambassador provengono da diversi Paesi e viaggiano molto, avendo così la possibilità di testare diversi prodotti. In nessuna circostanza appoggiamo o promuoviamo l’utilizzo illegale dei nostri dispositivi. Se desiderate avere maggiori informazioni in merito alle restrizioni all’esportazione e alla vendita, visitate la pagina a questo link: Politica di restrizioni all’esportazione e alla vendita.