Expert Contributor:
Henrik Sproedt, Stefan Orman, Mark Lewis, Dimitri Hullebroek, Krzysztof Turowski
I nostri Ambassador hanno per noi una grande importanza, e vogliamo che ricevano un trattamento adeguato. Per questo motivo lo scorso anno abbiamo iniziato una nuova tradizione: selezionare i cacciatori europei più attivi e portarli negli Stati Uniti per un breve viaggio.
In questa occasione incontrano i loro colleghi americani, partecipano a competizioni di tiro e a battute di caccia al Sellmark Ranch, nel Texas centrale. Il viaggio è ricco di momenti piacevoli ma è anche utile e fonte di ispirazione, e ora vogliamo condividere con voi alcuni dei momenti vissuti.
Questo viaggio non era solamente una questione di divertimento, bensì aveva molti obiettivi. Se divertirsi assieme era di sicura importanza, era altrettanto importante per noi aiutare il team americano e quello europeo a costruire relazioni solide, condividere opinioni sui prodotti Pulsar e imparare cose nuove.
“È stato un viaggio piacevole che ha offerto spunti interessanti, soprattutto la consapevolezza di prospettive differenti sulla caccia, pratiche diverse e, al tempo stesso, la grande passione che ci unisce e che travalica i confini”, afferma Henrik Sproedt, da molto tempo Ambassador Pulsar tedesco.
Mark Lewis, gallese
Krzysztof Turowski, cacciatore polacco che fa parte da anni del team Pulsar, sostiene che il viaggio gli ha fatto conoscere alcune cose inaspettate: “Gli Ambassador sono un gruppo molto unito, con notevoli abilità tecniche e nella fotografia. Il loro approccio alla fotografia in notturna mi ha dischiuso nuove possibilità, nonostante io stesso svolga attività professionale come fotografo da molti anni, e ho appreso cose nuove”.
Siamo orgogliosi che la condivisione delle conoscenze non si sia mai interrotta. Sebbene ci fosse una sessione specifica, dedicata al feedback e allo sviluppo dei prodotti, i gruppi hanno legato immediatamente, trasformando ogni parte dell’evento – il viaggio, la competizione di tiro, la caccia e perfino le cene – in uno scambio continuo di informazioni.
“La famiglia Pulsar sembra non avere confini nel mondo”, afferma Stefan Orman, svedese e uno dei nostri Ambassador più attivi.
Mentre i principi della caccia sono piuttosto universali, le differenze tra l’approccio americano e quello europeo sono abbastanza evidenti, soprattutto quando si tratta di cinghiali.
“Per quanto riguarda il controllo dei predatori e i cinghiali, gli americani non tralasciano nulla per gestire la situazione”, spiega il belga Dimitri Hullebroek.
Stefan entra nei dettagli:
“Le normative sono completamente diverse, e quindi si possono utilizzare altri metodi e tattiche. In Svezia non possiamo usare veicoli per trovare la selvaggina o da cui sparare. Vi sono poi i maiali selvatici, che qui sono una specie invasiva che cercano di eliminare, e il numero di questi animali va ben oltre quel che abbia mai visto in Europa. In Svezia i cinghiali sono una specie autoctona, e ci limitiamo al controllo e alla gestione della popolazione”.
La regolamentazione delle armi è un’altra differenze significativa. “Il team americano ha a che fare con normative più semplici in merito alle armi e alle ottiche, mentre noi abbiamo più libertà riguardo ai silenziatori. In generale, ci sono più possibilità di fare pratica di tiro negli Stati Uniti, mentre è abbastanza difficile trovare poligoni appropriati in Europa”, sottolinea Henrik.
Per Mark l’esperienza è stata molto personale: “Non ho solamente apprezzato le maggiori opportunità relative all’equipaggiamento e alla selvaggina, ma ho veramente gradito il sostegno complessivo nei confronti della caccia che si percepisce nella società”.
“Incontri come questi sono straordinariamente divertenti. Ma sono anche utili, offrendo punti di vista importanti da parte di utilizzatori e di persone che usano questi prodotti molto frequentemente”, spiega Dimitri.
Il viaggio ha incoraggiato Krzysztof a provare cose nuove nella vita di tutti i giorni: “Ho già qualche idea che voglio implementare nel mio lavoro quotidiano, sia nella caccia che nella fotografia”.
Mark osserva che “ciò che mi porto a casa da questo viaggio durerà per tutta la vita: ricordi, amicizie, nuovi modi di fare le cose, il raffronto tra come usiamo i dispositivi Pulsar in varie situazioni, il nostro amore per Pulsar, e come tutti desideriamo concepire e fare prodotti nuovi e ancora migliori, che aiuteranno a mantenere sempre Pulsar al primo posto!”
Con questo possiamo affermare fiduciosi che i nostri obiettivi sono stati raggiunti, e anche superati.