Molti di noi percepiscono la caccia come un’attività riservata agli uomini, e questo probabilmente non è una sorpresa, visto che è ciò che ci viene insegnato anche a scuola. Infatti la narrazione abituale è che già in epoca preistorica gli uomini andavano a caccia mentre le donne si dedicavano ai raccolti, e quest’ordine di cose non era messo in dubbio. Ma le ricerche storiche più recenti hanno in realtà dimostrato che, nelle società composte da cacciatori e raccoglitori, le donne andavano a caccia quasi quanto gli uomini. La spiegazione è semplice: le tribù avevano bisogno di tutte le persone disponibili e delle loro forze, pertanto la distinzione tra uomo e donna non aveva importanza.
Solo in seguito la separazione di genere si è manifestata. Tuttavia anche nel passato vi sono esempi di donne che infrangevano gli stereotipi e si dedicavano a questo hobby ‘maschile’. Ora viviamo in un’epoca moderna nella quale le donne non hanno le stesse limitazioni e attese del passato. Ma ancora adesso bisogna ammettere che una donna che va a caccia talvolta desta sorpresa.
In Pulsar siamo felici di avere tre donne tra i nostri Brand Ambassadors. Recentemente le abbiamo incontrate e abbiamo chiesto come si sentissero a far parte di un settore ancora largamente dominato dagli uomini, le sfide principali che dovevano fronteggiare, e naturalmente perché avessero scelto di diventare cacciatrici. Vi invitiamo quindi a seguire la nostra conversazione con Julia Nowak, una polacca che risiede attualmente in Svezia, Erica Egonsson, una macchinista di treni svedese (a proposito di stereotipi!) e Fiona Hopkins, un’amante delle attività outdoor nonché cuoca francese.
Fiona Hopkins
Prima di tutto, perché andate a caccia?
Fiona: è molto semplice, vado a caccia perché lo sento come una parte di me stessa. È più di una passione, è un motivo d’essere, è radicato nella mia persona. Ogni essere umano è un cacciatore, ma solo alcuni sviluppano questa caratteristica, mentre altri non lo fanno.
Julia: innanzitutto perché sono affascinata dalla fauna selvatica. Adoro osservare gli animali e i loro comportamenti e avvicinarmi a loro ogni volta. Potrei osservarli per ore.
Inoltre amo trascorrere del tempo all’aperto, e non importa se ci sia bel tempo e caldo oppure freddo, pioggia e vento. C’è sempre qualcosa di bello nella natura, tutto quel di cui si ha bisogno è un abbigliamento adeguato.
Un altro motivo importante è che mi piace mangiare carne, ma preferisco sapere da dove arriva e avere il controllo di tutto il processo, dalla foresta al piatto in tavola. Sono responsabile della scelta dell’animale giusto, di sparare un colpo preciso in modo che non soffra e muoia inconsciamente, e quindi di utilizzare la maggior parte possibile della selvaggina – con il dovuto rispetto.
In famiglia non compriamo uova o carne nei negozi. Prendiamo uova e pollame da un allevatore nostro amico, e il resto ce lo procuriamo noi stessi con la caccia.
Erica: sin da bambina adoravo stare nella foresta, ma il motivo reale per il quale ho iniziato ad andare a caccia era di trascorrere più tempo con il mio fidanzato. Nello stesso periodo abbiamo acquistato un secondo cane da caccia – Atlas – e quello è stato un ulteriore incentivo.
Ma in poco tempo mi sono innamorata della caccia. Come Julia, mi piace sapere da dove proviene il mio cibo e sapere che la carne che mangio appartiene a un animale che ha vissuto in libertà e in buona salute. È una sensazione speciale sapere di aver cacciato e preparato la carne personalmente. Inoltre fa bene al corpo e allo spirito andare a caccia, diventi tutt’uno con la natura e percepisci il tuo posto nel circolo naturale della vita.
Cosa significa per te essere una cacciatrice?
Erica: significa tutto! Mi piace infrangere gli stereotipi, e sono orgogliosa di essere una donna. Sono in grado di fare ogni cosa! Non importa se sei uomo o donna, il mondo è di tutti.
Fiona: lo stesso vale per me. Ogni essere umano può diventare un cacciatore, basta possedere il desiderio di esserlo e poi qualche sforzo per sviluppare la tecnica e l’istinto.
Julia: onestamente in questo caso non credo che sia necessario sottolineare il genere. Sono un cacciatore, tutto qui.
Julia Nowak
Alcuni presuppongono che la caccia sia crudele e che le donne non dovrebbero essere così, ma cerco di disinteressarmi di loro. Sono orgogliosa di essere una cacciatrice, e i commenti negativi non cambieranno il mio pensiero.
Fiona: a volte si giudicano di più le donne rispetto agli uomini. Ma dobbiamo tralasciare questo aspetto e ricordare prima di tutto perché siamo qui. Uomini e donne sono uguali sia in città che sul terreno di caccia!
Per quanto riguarda un aspetto più pratico, c’è una grave carenza di abbigliamento da caccia femminile. Non la definirei una vera difficoltà, ma c’è sicuramente un gap. Come per gli uomini, anche noi desideriamo avere un’ampia scelta di abbigliamento tecnico.
Erica: la maggiore difficoltà è la mentalità ristretta della gente. Molte persone a volte pensano che tu debba apparire e comportarti in un certo modo se sei un cacciatore. Ma io ho la passione per la caccia così come per l’aspetto fisico, e non credo che queste due cose siano incompatibili; aver cura del mio aspetto non mi rende una cacciatrice più o meno appassionata.
Poi c’è l’aspetto di volersi mettere alla prova. Quando sei l’unica donna tra gli uomini, devi provare di possedere lo stesso livello di conoscenze. È irritante, ma viviamo in tempi nei quali tutto cambia velocemente, e credo che ci stiamo muovendo nella giusta direzione.
Julia: sinceramente non incontro molte difficoltà per il fatto di essere una donna, e le mie esperienze sono in gran parte positive. I colleghi maschi solitamente mi trattano alla pari e posso sempre contare sul loro aiuto; siamo una comunità molto unita.
Sicuramente capita talvolta di ascoltare commenti come “Le donne dovrebbero tornare in cucina”, ma fortunatamente queste sono eccezioni, e non me la prendo. Ci sarà sempre qualche pecora nera.
Ma a proposito di sfide, la caccia di per sé ne è ricca, in particolare se devi cacciare un animale in una zona difficile come una vallata, una palude, nella boscaglia fitta, e altro ancora. Vi assicuro che in tante situazioni non importa se sei un uomo o una donna, se sei molto forte o debole; è durissimo trascinare un animale fino alla tua macchina. Ma se sei un cacciatore ami le sfide, e questa è una di esse.
Poi ci sono naturalmente gli oppositori della caccia, che non la comprendono e di solito diffondono odio verso i cacciatori, che quest’ultimi siano donne o uomini non importa. Alcuni presuppongono che la caccia sia crudele e che le donne non dovrebbero essere così, ma cerco di disinteressarmi di loro. Sono orgogliosa di essere una cacciatrice, e i commenti negativi non cambieranno il mio pensiero.
E proprio come Fiona anch’io avrei lamentele riguardo all’abbigliamento e all’attrezzatura. Penso che non ci sia abbastanza scelta per le donne. Avere vestiti e strumenti concepiti espressamente per noi ci farebbe sentire molto più comode, e quindi più efficienti. Ma credo che l’offerta si stia ampliando e che la situazione stia lentamente migliorando.
Chi vi ha incoraggiato a cimentarvi con la caccia?
Julia: sono una cacciatrice grazie a mio padre, senza dubbio, ma nessuno ha mai dovuto incoraggiarmi. Mio padre mi ha semplicemente aperto le porte di un meraviglioso mondo di natura e mi ha aiutato ad acquisire conoscenze. Non mi ha mai spinto, mi sono innamorata della caccia spontaneamente quando ero una bambina, e successivamente ho contato gli anni e i giorni che mi separavano dal poter diventare una cacciatrice autonoma. In Polonia devi compiere 18 anni per avere una licenza, e ho ottenuto la mia pochi mesi dopo il mio diciottesimo compleanno.
Erica: come ho detto in precedenza, è stato il mio fidanzato e il nostro cane che mi hanno fatto avvicinare alla caccia. Quel che era iniziato soltanto come un modo per stare più a lungo in compagnia della persona che amavo si è trasformato nella mia più grande passione. Inoltre mi sono davvero divertita ad addestrare Atlas, volevo che diventasse il miglior cane da caccia!
Fiona: ho sempre conosciuto mio padre, mio fratello, mio zio e mio nonno come cacciatori, mentre in famiglia non c’erano mai state donne in possesso di una licenza di caccia prima di me. Un giorno ne ho parlato a tavola con la mia famiglia, spiegando il mio desiderio di ottenere la licenza. Mia nonna mi ha promesso di darmi il fucile di mio nonno se l’avessi ottenuta. La mia storia è iniziata così.
Julia Nowak
Fiona: non mi sono mai sentita così vicina alla natura come da quando ho iniziato ad andare a caccia. Ogni volta imparo qualcosa sulla natura che ci circonda. Mi ricorda che l’essere umano è soltanto una minuscola creatura sulla Terra. Ho anche appreso molte cose sugli animali, le scienze forestali e l’equilibrio tra flora e fauna, e continuo a imparare ogni giorno. Un cacciatore deve capire come entrare in simbiosi con la natura, e questa è la cosa che mi fa amare la caccia così tanto. E la lezione più importante che ho appreso è che gli esseri umani non sono nulla in confronto all’immensità della natura, e che dobbiamo ancora imparare moltissime cose.
Julia: per me la lezione principale è che non dobbiamo mai dare nulla per scontato. La natura è imprevedibile. Non si può mai sapere cosa può esserci dietro a pochi alberi, oppure puoi vedere tutti i giorni nello stesso luogo il capriolo che avevi sempre sognato, ma quando la stagione inizia l’animale scompare. Ma questa è la caccia.
Naturalmente non si deve mai dimenticare che la natura può essere molto pericolosa. Ci troviamo di fronte a veri animali selvatici, non a tenere mascotte come in un film o in una fiaba, quindi bisogna essere prudenti e pensare a quello che si sta facendo.
Ho compreso infine come sia essenziale essere orgogliosi di ciò che si fa e condividerlo con altri. Mostrare il vero volto dei cacciatori, della selvaggina e degli amanti della fauna selvatica, qualunque esso sia, aiuta a rompere gli stereotipi.
Erica: posso solo confermare quel che Fiona e Julia hanno detto. È fondamentale essere orgogliosi di cosa facciamo. È la tradizione che, come esseri umani, ci tramandiamo da migliaia di anni. Ma orgoglio non significa arroganza, dobbiamo rimanere umili con le altre persone e con gli animali, rispettarli e non dimenticare mai che non importa quante cose si conoscono, comunque non si potrà mai sapere tutto.
Un’ultima domanda in qualità di Brand Ambassadors di Pulsar: qual è il vostro strumento Pulsar preferito?
Fiona: sicuramente Helion 2, con cui è facile cacciare a qualunque ora del giorno (o della notte).
Erica: è una domanda veramente difficile, trovo che tutti I dispositivi Pulsar siano estremamente utili nei loro ambiti di utilizzo! Ma se dovessi scegliere, sarebbe uno tra quelli che si tengono in mano, uno tra Axion, Helion o Accolade. Credo che siano veramente preziosi per identificare gli animali.
Julia: opto anch’io per Helion! La qualità dell’immagine è della massima importanza per me, visto che mi piace condividere foto e video ripresi durante la battuta di caccia, e Helion fornisce un’immagine eccezionale, molto chiara e dettagliata, anche quando l’oggetto è molto distante. Inoltre fa aumentare la sicurezza durante la caccia, aiuta il cacciatore a prendere la decisione giusta ed è molto divertente utilizzarlo anche semplicemente per filmare la fauna selvatica.
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Erica Egonsson
È fondamentale essere orgogliosi di cosa facciamo. È la tradizione che, come esseri umani, ci tramandiamo da migliaia di anni. Ma orgoglio non significa arroganza, dobbiamo rimanere umili con le altre persone e con gli animali, rispettarli e non dimenticare mai che non importa quante cose si conoscono, comunque non si potrà mai sapere tutto.
Prima di acquistare un dispositivo notturno o termico, assicuratevi di essere in regola con le normative locali e utilizzatelo solamente quando ciò è consentito. I nostri Ambassador provengono da diversi Paesi e viaggiano molto, avendo così la possibilità di testare diversi prodotti. In nessuna circostanza appoggiamo o promuoviamo l’utilizzo illegale dei nostri dispositivi. Se desiderate avere maggiori informazioni in merito alle restrizioni all’esportazione e alla vendita, visitate la pagina a questo link: Politica di restrizioni all’esportazione e alla vendita.