Vi siete mai chiesti per quale motivo gli animali abbiano i palchi? Non solo sono indubbiamente bellissimi, ma queste strutture nascondono anche segreti sul mondo naturale. Alcuni cacciatori – l’italiano Riccardo Tamburini, il ceco Martin Brožek e il britannico Matt Roberts – ci illustrano quel che i palchi rivelano sui cervi e come la tecnologia avanzata di imaging termico concorra a determinare pratiche di caccia responsabili.
Per Riccardo Tamburini i palchi non sono semplicemente il simbolo glorioso della selvaggina a cui i cacciatori ambiscono, ma piuttosto un simbolo di bellezza naturale e un indicatore fondamentale della salute e dello stato genetico di un cervo. “Migliore è il palco di un animale, più desiderabile è quell’esemplare”, afferma Riccardo, che sottolinea come l’obiettivo non sia sempre quello di puntare all’animale più maestoso, ma piuttosto a quello più adatto per l’ecosistema e la diversità genetica.
Mette in evidenza come i palchi non siano indicatori affidabili dell’età, ma che segnalino invece la salute e il potenziale genetico, soprattutto nel caso di specie come il cervo rosso e il daino, noti come ‘riproduttori con le risorse accumulate’ per il lento e ampio ciclo di sviluppo del palco, che raggiunge il picco dopo 10-12 anni. Al contrario nel capriolo, descritto come ‘riproduttore con le risorse attuali’, i palchi crescono rapidamente e completano il loro sviluppo in soli tre anni, con una minore influenza della genetica.
Martin Brožek entra più in dettaglio sull’importanza ecologica e biologica dei palchi, spiegando che non sono soltanto ornamentali, ma profondamente intrecciati con la storia biologica ed ecologica degli animali che li portano.
“I palchi sono un barometro della qualità dell’ambiente e della salute dell’animale”, sottolinea Martin, “pessime condizioni ambientali – come la scarsa disponibilità di cibo, una forte competizione o un habitat inadeguato – possono influire direttamente sullo sviluppo dei palchi”.
Martin Brožek
Tuttavia Martin avverte che i palchi, seppur indicativi, non rappresentano in via esclusiva la salute complessiva di un cervo. “Un capriolo potrebbe avere un grande e imponente palco grazie a tratti genetici favorevoli, ma essere tuttavia portatore di malattie o debolezze genetiche che non sono immediatamente evidenti”, conclude.
Anche Matt Roberts spiega che i palchi generalmente offrono un’indicazione attendibile del sesso, anche se non nella totalità dei casi. Sottolinea che, nel periodo successivo alla perdita del palco da parte dei maschi, è possibile scambiarli per femmine, quindi è essenziale valutare altri tratti fisici come le dimensioni e la forma del corpo. Nonostante la possibilità di errore, gli sviluppi tecnologici ne hanno notevolmente ridotto la probabilità.
Un modo di minimizzare gli errori è l’utilizzo della tecnologia termica avanzata. “Ho avuto la fortuna di provare Merger Duo NXP50 questa stagione con un capriolo”, spiega Matt, che è rimasto molto impressionato da questo binocolo che offre un doppio canale, di cui uno termico per rilevare i bersagli e uno digitale 4k di visione notturna per un’identificazione chiara in situazioni di scarsità di luce.
Matt apprezza questo strumento per la sua capacità di passare rapidamente da un canale all’altro e per l’illuminatore a infrarossi regolabile, che consente incontri ravvicinati e precisi.
Il binocolo non è soltanto un aiuto in fase di identificazione di un cervo, ma permette anche di registrare questi incontri per essere rivisti successivamente con maggiore attenzione. Questa funzionalità si è dimostrata di grande valore, consentendo a Matt di condividere le sue scoperte con altri cacciatori e dunque di aumentare la comprensione generale delle caratteristiche dei palchi dei cervi.
Anche Riccardo Tamburini raccomanda l’uso della tecnologia termica per osservare con precisione i palchi. Consiglia di regolare le impostazioni per una visibilità ottimale, suggerendo l’utilizzo della tavolozza di colore ‘Nero Caldo’ per far sì che i palchi scuri e freddi risaltino su uno sfondo chiaro.
Martin Brožek
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