Expert Contributor:
Krzysztof Turowski, Mitchell Graf, Claudia Breit, Stefan Orman, Andrea Lysvold
Cosa succede quando si riuniscono alcuni tra i più appassionati cacciatori e supporters di Pulsar per tre giorni di collaborazione, celebrazione e qualche amichevole competizione? Il risultato sono storie che vale la pena condividere, ricordi da conservare e battute che non si possono ripetere.
Questa è una descrizione piuttosto accurata del meeting annuale tra gli Ambassador Pulsar. Ma se volete saperne di più, continuate nella lettura per scoprire come abbiamo trascorso le giornate con i cacciatori europei, americani, sudafricani e australiani.
Ogni anno iniziamo la parte ufficiale del meeting con una visita alla sede produttiva. Questo è ormai divenuto un rituale per mostrare cosa ci sia dietro l’etichetta di ‘Eccellenza europea’.
“Può sembrare strano, ma non si tratta principalmente di tecnologia, ma piuttosto di persone: quelle che utilizzano la tecnologia e la creano”, rivela Krzysztof Turowski, nostro Ambassador polacco che fa parte della squadra sin dall’inizio.
Con queste parole illustra il motivo principale di questo incontro: infatti l’equipaggiamento e i dispositivi hi-tech passano in secondo piano. Ciò che i cacciatori colgono e si portano via è un profondo apprezzamento per la precisione che caratterizza il processo produttivo. Hanno l’opportunità di incontrare le persone che stanno dietro ai loro strumenti termici, di osservarle mentre assemblano e testano i prodotti, e di comprendere quanto lavoro richieda la creazione di dispositivi eccezionali.
Dopo la visita alla fabbrica abbiamo lasciato Vilnius, la capitale della Lituania dove si trova la sede principale di Pulsar Vision. La tappa successiva è stato il poligono di tiro Zala Arms, dove i cacciatori hanno avuto la possibilità di mettere alla prova la loro precisione in quattro competizioni distinte: piattelli con un calibro 12, cinghiale in movimento con un 6.5 Creedmoor e due bersagli fissi, uno con un .308 e l’altro con un 17 HMR.
Anche se la competizione era amichevole, una volta che i cacciatori hanno saputo che il premio per la migliore prestazione era un Oryx LRF XG35 la tensione è aumentata rapidamente. Il poligono si è riempito con l’inconfondibile odore di polvere da sparo, adrenalina e concentrazione. Dopo alcune ore caricando, puntando ed esultando, è stato Mitchell Graf ad aggiudicarsi la medaglia d’oro e l’ambito premio. E anche se l’Ambassador statunitense è rimasto umile lungo tutto il fine settimana, nessuno ha potuto negare che questo appassionato cacciatore, eccellente tiratore e cultore delle armi da fuoco abbia dimostrato la sua classe con questa performance.
Se solamente una persona ha potuto vincere il premio, il divertimento non è comunque mancato per nessuno. Per alcuni di essi, come il tedesco Matthias Schultner, l’aspetto competitivo è stata la cosa più significativa. Nonostante ammetta di essere un po’ deluso dal risultato, essendo una persona molto competitiva, la sfida tuttavia gli è piaciuta molto. La sua collega, Claudia Breit, ha cercato di non farsi condizionare dalla pressione: “Quando mi trovo in una competizione mi innervosisco, dunque mi sono detta che qui era solo un divertimento, ed è stato molto bello”.
Chiunque abbia preso parte a un incontro degli Ambassador Pulsar può confermare che non si tratta di una normale conferenza: in questo caso le persone non si riuniscono solamente per ascoltare, bensì per discutere e condividere le loro opinioni. Si può constatare come Pulsar sia importante per ogni persona presente, e come tutti abbiano il desiderio di dare il proprio contributo per renderla ancora migliore. “Andiamo a caccia in luoghi diversi, addirittura in continenti diversi, e quindi possiamo condividere molte esperienze e imparare ognuno dall’altro”, spiega Krzysztof.
Non è stato dunque sorprendente che ogni argomento trattato abbia visto discussioni animate, ricche di considerazioni che abbiamo annotato e che verranno valutate. Tra le cose più interessanti c’è stata un’analisi approfondita della nostra gamma prodotti: Krzysztof ha offerto la sua prospettiva (e dei suoi colleghi cacciatori), mentre noi eravamo ansiosi di offrire un’anteprima dei futuri prodotti (scusate ma sono informazioni ancora riservate!). Successivamente abbiamo invitato i cacciatori a testare la gamma attuale e quei dispositivi che non avevano ancora avuto la possibilità di provare.
Si è infine tenuto un approfondito seminario sul futuro della visione termica, quindi è stato il turno di Stefan Orman, cacciatore svedese e istruttore di tiro, di prendere la parola e offrire suggerimenti pratici per raggiungere un livello avanzato nel tiro.
Dato che molti Ambassador si occupano di creazione di contenuti, abbiamo dedicato del tempo anche a migliorare questo aspetto. Un’agenzia di social media ha offerto le sue considerazioni sulle ultime tendenze, consigli su come far crescere una comunità e strategie per raggiungere un pubblico più ampio. Quindi Night Vision Viking, membro da molto tempo della famiglia Pulsar, ha proposto alcuni esempi di come creare fotografie e video capaci di distinguersi.
Naturalmente nessun incontro sarebbe completo senza avere del tempo per stabilire contatti, fare nuove amicizie e rafforzare quelle già esistenti. Con questo gruppo è facile avviare una conversazione, e anche chi era presente per la prima volta è stato subito coinvolto in discussioni accese e battute amichevoli.
I partecipanti hanno trascorso ore raccontando storie di fronte a un grande focolare, apprezzando gli eccellenti piatti preparati per noi da uno chef che vanta una Stella Verde Michelin presso il ristorante Red Brick, e condividendo i loro successi e delusioni fino al mattino. È stata la prima volta che abbiamo invitato gli Ambassador alla Farmer’s Circle, una fattoria di prodotti biologici in Lituania, e il luogo si è dimostrato ideale. Andrea Lysvold, norvegese, ha sottolineato due aspetti: “Il cibo era veramente straordinario, gli chef hanno fatto un lavoro eccellente; e il luogo era davvero accogliente, eravamo da soli e abbiamo potuto socializzare liberamente”.
A un primo sguardo il meeting annuale tra gli Ambassador può sembrare un evento come tanti altri, ma per chiunque sia presente è molto di più. Sarebbe difficile trovare persone più desiderose di trascorrere del tempo assieme per condividere le proprie conoscenze e contribuire a migliorare ulteriormente i nostri prodotti.
I nostri Ambassador sono spesso i primi a farci avere il loro feedback sui nuovi dispositivi e idee su ciò che si potrebbe fare in futuro. Ma avere incontri dedicati come questi ci consente di entrare più nei dettagli, riflettere sul percorso che stiamo seguendo e rimanere in linea con il nostro obiettivo di essere leader. Senza queste persone Pulsar sarebbe un’azienda molto diversa.
Ed è formidabile constatare come la famiglia Pulsar abbia la stessa sensazione positiva. Come afferma Andrea, “Senza questa famiglia non avrei il 50% dei miei migliori amici”. Oppure, come riassume Matthias: “Quando le persone giuste si riuniscono, molte cose positive possono verificarsi, non solo da un punto di vista personale, ma anche per lo sviluppo dell’azienda e dei prodotti”.