I cacciatori e i praticanti del birdwatching possono avere obiettivi diversi, ma condividono spesso il medesimo rigore. Entrambi trascorrono ore nella natura, attenti e immobili, in attesa del momento giusto. Studiano attentamente il territorio, si muovono con cautela e si affidano alla pazienza, alla concentrazione e all’equipaggiamento adatto per vedere ciò che altri probabilmente non noterebbero.
In questa conversazione ne parliamo con Riccardo Tamburini, cacciatore italiano ma anche fotografo naturalista e appassionato di birdwatching, che ci svela come la pazienza, la capacità di rendersi invisibile e le ottiche termiche svolgano un ruolo decisivo nell’entrare a più stretto contatto con la natura, che si tratti di una battuta di caccia o si stia semplicemente osservando la fauna selvatica.
Sono un cacciatore, naturalmente, ma anche un fotografo e un amante della natura, quindi il mio approccio all’osservazione durante una battuta di caccia è più profondo e accurato rispetto al cacciatore medio. Solitamente chi si dedica al birdwatching utilizza un binocolo standard oppure una camera per vedere o filmare/fotografare il suo obiettivo, per cui ritengo che l’uso principale di un dispositivo termico sia durante il giorno per individuare facilmente un certo soggetto. Gli uccelli hanno una vista straordinaria e sono in grado di percepire i movimenti molto meglio dei mammiferi, anche da molto lontano. Per questo motivo un birdwatcher deve essere più paziente di un cacciatore quando si muove in un ambiente selvaggio. È anche vero che spesso si utilizza una postazione nascosta per ridurre la distanza tra sé e l’uccello da osservare, e in tal caso è inutile ricorrere a uno strumento termico. Per non essere visti dagli uccelli, un essere umano deve muoversi lentamente, con discrezione e in modo da non essere visto, ricorrendo a un abbigliamento adatto a mimetizzarsi.
È molto importante. Vi sono uccelli timidi che preferiscono vivere in luoghi molto coperti, come la beccaccia. È fondamentale vederla prima che essa ti veda. Non è facile, e per questo uso uno strumento termico, con cui esploro in profondità tutto l’ambiente attorno a me. È un lavoro di pazienza, che mi obbliga a muovermi con estrema lentezza per non essere visto e non fare rumore.

Ho iniziato ad andare a caccia con mio padre quando ero molto giovane, a 14 anni, quindi è difficile per me rispondere a questa domanda. Credo che sia possibile imparare come muoversi in un bosco, come non farsi vedere o essere paziente. Se sei impulsivo o frettoloso, è meglio scegliere un altro hobby.
Esco sempre con un obiettivo, perché avere successo in ciò che fai dipende anche dalla preparazione. Si può certamente essere fortunati, ma succede una volta nella vita.
Sono enormemente soddisfatto quando riesco ad avvicinare un animale che non è in grado di vedermi. Osservare la sua vita normale nella natura non ha prezzo. Sono una persona molto curiosa, e questa possibilità mi consente di imparare più cose sull’animale che sto osservando. Inoltre è di grande aiuto durante una battuta di caccia. Per avvicinarmi meglio a un animale – a volte per ridurre la distanza tra me e lui – cammino senza scarponi, come fanno i cacciatori con l’arco.
Sicuramente muoversi senza essere visto. Bisogna scegliere accuratamente il proprio equipaggiamento; ci sono giacche bellissime e disegnate bene, che però sono completamente inutili perché generano molto rumore semplicemente strofinando le braccia sul corpo. In generale utilizzo il miglior equipaggiamento possibile; ci sono marchi che investono molto in design ispirati alla pelle dei predatori oppure sviluppati sulla base di studi accurati su come vedono gli animali.
Avere accesso alla tecnologia termica, facilmente e a costi contenuti, ha cambiato la mia vita di cacciatore e osservatore della natura. Ora sono in grado di capire se un animale che osservo è in fase di digestione, se è in allarme, calmo o rilassato. Con i dispositivi più recenti presenti sul mercato, sfruttando la tavolozza Arcobaleno, posso perfino vedere il cuore pulsante di un capriolo. Ed è molto importante poter contare sulla massima precisione per effettuare un buon tiro, anche con l’oscurità.
Credo che la forza di questa tecnologia sia la capacità di rilevare la presenza di un animale sdraiato, anche con una vegetazione fitta, che è più difficile che individuarne uno in movimento. Il movimento è qualcosa che l’occhio umano è naturalmente allenato a rilevare, ma quando un animale è sdraiato e immobile, e si confonde con l’ambiente, l’imaging termico rappresenta veramente un vantaggio. Esso rileva tracce di calore che non sarebbero altrimenti notate, soprattutto con poca luce o di notte. In queste situazioni la visione termica mostra tutto il suo valore.
La prima cosa che faccio è capire se ci sono animali nei dintorni che possono essere un potenziale obiettivo. Passo molto tempo facendo questo, mimetizzato e rimanendo più immobile che posso. Poi studio l’avvicinamento migliore, usando a mio vantaggio il terreno o il bosco. Se questo non è possibile, rimango lontano perché un animale può facilmente vedermi in uno spazio aperto. Quindi è molto importante disporre di uno strumento che offra una buona qualità dell’immagine, anche con un elevato ingrandimento di base. Non è sempre possibile riprendere animali a soli 10 o 20 metri di distanza.
Prima di acquistare un dispositivo notturno o termico, assicuratevi di essere in regola con le normative locali e utilizzatelo solamente quando ciò è consentito. I nostri Ambassador provengono da diversi Paesi e viaggiano molto, avendo così la possibilità di testare diversi prodotti. In nessuna circostanza appoggiamo o promuoviamo l’utilizzo illegale dei nostri dispositivi. Se desiderate avere maggiori informazioni in merito alle restrizioni all’esportazione e alla vendita, visitate la pagina a questo link: Politica di restrizioni all’esportazione e alla vendita.